Rodenticidi cronici

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Rodenticidi cronici

Anche se hanno una struttura chimica differente, agiscono allo stesso modo, ovvero sui fattori della coagulazione del sangue che richiedono la presenza della vitamina K. Essa infatti è l’antidoto usato in caso di ingestione accidentale.
L'organo principale che vanno ad intaccare è il fegato, quindi se non viene assorbito l'antidoto, entro i pochi giorni iniziano a verificarsi le emorragie.
I sintomi comuni:
. debolezza;
. letargia;
. riflessi lenti;
. postura con la schiena incurvata;
. ed in alcune situazione sono visibili tracce di sangue attorno a naso, occhi, bocca e ano.;
Oltre che per via orale, gli anticoagulanti sono estremamente tossici anche in caso di contatto con la pelle,o per inalazione. Fortunatamente essendo di bassa bassa solubilità, non vengono assorbiti dalle piante alimentari nel caso di un uso sulle colture, possono tuttavia essere assai persistenti sul suolo.
Pro
Esiste un antidoto, ovvero la vitamina K, e più che altro si ha l’opportunità somministrarlo in tempo, dato che i rodenticidi cronici, non hanno azione immediata. Inoltre agendo appunto a distanza di tempo, è difficile che la preda associ l'esca al malore che gli provoca, quindi continua a mangiare.
Contro
Cè la possibilità dell’insorgenza di ceppi di roditori geneticamente resistenti agli anticoagulanti.



Anticoagulanti di prima generazione

Di seguito elenchiamo gli anticoagulanti di prima generazione:
.Wafarin
.Coumatetralyl
.Coumacloro
.Pindone (Pival)
.Chlorophacinone
.Diphacinone